Circolo Fotografico Culturale L'Obiettivo A.P.S.

Pasian di Prato (UD)

I Martedì dell'Obiettivo

I Martedì dell'Obiettivo: incontro con Andrea Rossato

La fotografia… una forma di comunicazione.

Assomiglia a uno slogan pubblicitario, a un messaggio ridondante, più e più volte ripetuto in queste pagine, quasi a scopo “promozionale”, o come una sorta di “autoconvinzione psicologica”.

Non c’è da meravigliarsi, di fatto è proprio così, ci si è infatti già soffermati su questo concetto. Qualunque sia il fine ultimo della nostra produzione fotografica, un’immagine è pur sempre uno strumento per veicolare un contenuto che mette in contatto e comunicazione l’autore dello scatto, il soggetto inquadrato (se trattasi di una persona) e il destinatario/osservatore della scena. Spesso accade che soggetto ripreso e destinatario coincidano.

Andrea Rossato, fotografo di Pasian di Prato (UD), più volte premiato ai Sony World Photography Awards (vincitore nel 2015, terzo classificato nel 2016 e finalista nel 2017), uno dei più prestigiosi concorsi di fotografia al mondo, ospite al nostro Circolo nella serata di martedì 27 marzo, ha incentrato la sua lezione proprio sulla “necessità” di fare della fotografia un mezzo di comunicazione e divulgazione di un messaggio, o anche.. perché no.., di una “provocazione”, che ci scardina dai vincoli dei luoghi comuni, ci spinge ben oltre alla mera lettura acritica di una fotografia, e ci insegna a pensare a ciò che stiamo  osservando attraverso quell’immagine.

I lavori di Rossato sono frutto di ricerca, documentazione, entusiasmo, attesa del momento più opportuno per scattare, e soprattutto passione per l’arte fotografica. La chiave di Volta di una fotografia efficace e ben riuscita è la capacità di sviluppare una narrazione, di raccontare una storia, altrimenti non si può parlare di fotografia “vera e propria”.

Questo è il contesto che ha ispirato tutta la produzione di Rossato, in particolare la fotografia di architettura, la sua vera passione, quasi una musa che condotto alla crescita e alla fama delle sue opere.

Geometrie, prospettive, punti di vista inusuali, angoli di ripresa imprevedibili… tuti ingredienti fondamentali per trasferire all’immagine un significato visivo che poi spetta all’osservatore cogliere, interpretare e farsi proprio.

Questa è la fotografia che lascia una memoria e una traccia di sé e del suo autore.

La serata, conclusasi amichevolmente con un momento conviviale prefestivo (della Pasqua), ha dato inequivocabilmente il suo contributo didattico a tutti i soci del Circolo che erano convenuti.

 

Matteo Pivotto