Circolo Fotografico Culturale L'Obiettivo A.P.S.

Pasian di Prato (UD)

I Martedì dell'Obiettivo

I martedì dell'Obiettivo: incontro con il prof. Modonutto

Lo scorso martedì, 4 aprile 2017, è stato gradito ospite presso il Circolo fotografico “L’obiettivo” il prof. Luciano Modonutto, ex docente di fotografia presso il liceo artistico “Sello” di Udine.

Il professor Modonutto, qualificato e stimato animatore tecnico e artistico del nostro Circolo, nonché attivo collaboratore da oramai trentanni, con la sua solita maestria e chiarezza espositiva ci ha illustrato alcuni concetti “inusuali” della produzione fotografica, affinché sviluppassimo la capacità di conferire alle nostre immagini un significato più profondo, oltre all'immagine stessa, proprio come in un’opera artistica quale è, di fatto, la fotografia.

Il primo insegnamento, che consente una separazione netta tra la mera fotografia solo fine a sé stessa e la fotografia nobilitata da una venatura artistica, è la distinzione tra fotografia denotativa e connotativa. La prima è rivolta a una produzione puramente documentale (reportage, eventi e cerimonie, cartoline, ecc..). L’altra è quella che trasmette un significato più intimo, profondo, con lo stesso effetto che si otterrebbe se si osservasse la tela di un pittore, ed è quel tipo di fotografia a cui il fotografo dovrebbe ambire. D’altronde cosa sarebbe l’arte se fosse solamente tecnica ed espressione estetica, privata della facoltà di trasmettere emozioni e “messaggi” soggettivi da parte dell’artista?

 

Altrettanto rilevante è poi la conoscenza della “grammatica” fotografica; la buona riuscita di un’immagine fotografica dipende sicuramente dall’uso ragionato e armonioso delle tecniche di inquadratura e composizione, dall'attenzione a nitidezza, brillantezza, esposizione, contrasto, ecc.., dall'istantaneità della ripresa, dalla premonizione di una scena.

Se dieci fra noi fotografassero lo stesso soggetto, le foto risultanti sarebbero tutte diverse, seppur simili fra loro. Perché? Ognuno di noi vede, o meglio “interpreta”, la realtà a modo suo, e quindi si crea un suo modo di raccontarla, ovvero un suo stile. Ogni fotografo deve quindi cercare lo stile che meglio gli permette di esprimersi, e farlo proprio.

Altro importante insegnamento è intendere la fotografia come una figura retorica: similitudine, ossimoro, antitesi, ecc.. Se ci pensiamo bene, un’immagine in cui è inquadrata una giovane coppia, distesa su un prato al di sotto di un albero in fiore in una giornata di primavera, non è forse la similitudine della gioventù, del fiorire della vita davanti?

Per realizzare fotografie che abbiano le caratteristiche sopra descritte, è necessario però un percorso a fasi ben definito. Innanzitutto, la ricerca documentale e bibliografica sul soggetto scelto per i nostri scatti. In pratica, parliamo di “competenza come requisito”. Studiamo per bene “cosa” vogliamo fotografare, “come” farlo, e il messaggio che vogliamo trasmettere. Raccogliamo quindi le idee, documentiamoci, e poi rielaboriamo i dati raccolti (fasi cosiddette di “masticazione”, “digestione”) e fermiamoci poi per un po’ di tempo per “metabolizzare” il carico informativo che abbiamo prodotto. E solo successivamente, scegliamo il tema, e sviluppiamo il nostro progetto fotografico.

In estrema sintesi, il professore ci ha suggerito gli strumenti per ragionare alla “chiave di lettura” che vogliamo e dobbiamo conferire ai nostri scatti, per fare veramente della “nostra” fotografia un’arte espressiva e retorica.

E la serata sì è chiusa in un piacevole momento conviviale, nell'attesa del ritorno del professore al nostro Circolo.

Matteo Cristiano Pivotto